Lo scorso 15 febbraio in occasione dell’Inaugurazione del nuovo anno giudiziale del Tribunale Ecclesiastico della Diocesi di Alessandria è stato presentato un Vademecum sulla nullità matrimoniale, un testo particolare ma anche concreto che si innesta nel 10° anniversario della pubblicazione del m.p. Mitis Iudex Dominus Iesus (8 dicembre 2015), nato dalle istanze sui temi della famiglia e della sua cura pastorale, emerse da due sinodi sulla famiglia. Il testo del Vademecum è stato curato del Dott. Giovanni Margherita che è giudice laico del Tribunale Ecclesiastico Diocesano di Alessandria. Per capirne di più abbiamo rivolto delle domande al Dott. Margherita che ringraziamo per la sua disponibilità e per gli stimoli di riflessione che ci ha offerto.
Dott. Margherita potrebbe farci comprendere da dove nasce l’idea di elaborare un “Vademecum”?
Il “Vademecum sulla nullità matrimoniale” nasce come risposta concreta a diverse esigenze pastorali e giuridiche, con l’intento di fornire un supporto chiaro a parroci, laici impegnati nella pastorale familiare e consulenti matrimoniali. La sua realizzazione è stata motivata dalla necessità di integrare la pastorale matrimoniale con una conoscenza approfondita delle norme canoniche, in modo da offrire un orientamento sicuro e ben fondato a chi si interroga sulla validità del proprio matrimonio.
Uno dei motivi principali che hanno portato alla stesura di questo “Vademecum” è stata la riforma del processo matrimoniale canonico voluta da Papa Francesco con il m.p. Mitis Iudex Dominus Iesus (MIDI) nel 2015. Questa riforma ha reso l’accertamento della nullità matrimoniale più accessibile e rapido, ponendo una maggiore attenzione all’aspetto pastorale e alla necessità di accompagnare le persone in crisi coniugale non solo dal punto di vista giuridico, ma anche spirituale e umano.
Il “Vademecum” è strutturato per essere un valido strumento nelle mani dei pastori d’anime, che spesso sono il primo riferimento per le coppie in difficoltà. Questi ultimi sono chiamati a svolgere un importante ruolo di discernimento e orientamento iniziale. Il testo si rivolge anche ai laici impegnati nella pastorale familiare, che collaborano con i sacerdoti per sostenere le famiglie, e ai consultori familiari, i quali operano in ambiti di competenza psicologica e relazionale complementari a quelli pastorali. L’approccio adottato dal “Vademecum” si basa su quattro princìpi fondamentali: accogliere, ascoltare, discernere e accompagnare. L’obiettivo è aiutare i fedeli a sentirsi compresi e sostenuti nel loro cammino verso la verità e la serenità interiore, rispondendo con misericordia e giustizia alle sfide che le famiglie contemporanee si trovano ad affrontare.
Come è strutturato e a chi è rivolto?
Il “Vademecum sulla nullità matrimoniale” è strutturato in diverse sezioni, con l’obiettivo di guidare parroci, laici impegnati e consulenti familiari nella comprensione delle cause di nullità matrimoniale e nell’accompagnamento delle persone che si interrogano sulla validità del proprio matrimonio. Il testo si apre con una Prefazione del Vicario giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Diocesano di Alessandria, Don Giovanni Bagnus, che introduce il tema e il percorso giuridico ed emotivo che le parti coinvolte devono affrontare. Successivamente, viene spiegata la struttura dei Tribunali ecclesiastici, la loro competenza e il ruolo che svolgono nella verifica della nullità matrimoniale.
Un glossario aiuta a chiarire termini giuridici e canonici spesso non familiari al pubblico non specializzato. La parte centrale del “Vademecum” si concentra poi sul processo di nullità matrimoniale, spiegandone le fasi principali, come la presentazione del libello, la citazione e i princìpi fondamentali del matrimonio secondo il diritto canonico. Una sezione particolarmente rilevante è dedicata agli impedimenti dirimenti e ai capi di nullità, ovvero alle circostanze che possono rendere invalido un matrimonio fin dall’inizio. Seguono informazioni sulle spese processuali e sulle modalità di delibazione delle cause di nullità matrimoniale nel contesto del diritto civile.
Infine, il documento presenta il Regolamento del “Servizio diocesano per il sostegno agli sposi”, una struttura nata all’interno della Diocesi di Alessandria, per offrire assistenza a chi vive una crisi matrimoniale o ha dubbi sulla validità del proprio matrimonio. Il Regolamento è stato sviluppato in concerto con l’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, capofila di numerosi interventi e conferenze circa il “Servizio diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati” , tra questi c’è anche il Vademecum per la consulenza nelle fragilità matrimoniali del 2019, che è stato in Italia il primo testo elaborato dopo la pubblicazione del MIDI, come una guida duttile e pratica per operatori della giustizia e della pastorale. Il “Vademecum” della Diocesi di Alessandria è rivolto principalmente a parroci e operatori pastorali, che spesso sono i primi interlocutori delle coppie in difficoltà; laici impegnati nella pastorale familiare, che collaborano con la Chiesa nel supporto alle famiglie; consulenti familiari, che forniscono un aiuto complementare dal punto di vista psicologico e relazionale. L’obiettivo è fornire strumenti chiari e accessibili per aiutare chi si trova in situazioni di crisi coniugale, garantendo un accompagnamento sia giuridico che pastorale.
In che modo è possibile consultare il “Vademecum”?
Il “Vademecum” è pensato come uno strumento di supporto per i fedeli e le comunità, con l’obiettivo di offrire chiarezza e accompagnamento nelle questioni relative alla validità del matrimonio. Per rendere questo servizio il più accessibile, è possibile richiederne copia gratuita scrivendo all’indirizzo email: avv.giovannimargherita@gmail.com. Il documento sarà inviato gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta, affinché parroci, laici e consulenti familiari possano utilizzarlo come riferimento nel loro lavoro di accompagnamento pastorale. Questa iniziativa nasce dalla volontà di mettere a disposizione uno strumento utile per comprendere il processo di nullità matrimoniale e offrire un primo orientamento a chi vive situazioni di crisi coniugale.
Dott. Margherita, come il “Vademecum” aiuta parroci, laici e consulenti familiari nell’accompagnamento delle coppie?
Il “Vademecum sulla nullità matrimoniale” è pensato come una guida pratica per chi, all’interno della Chiesa, si trova ad accompagnare le coppie che vivono situazioni di crisi coniugale o che si interrogano sulla validità del loro matrimonio. In particolare, è uno strumento utile per parroci, laici impegnati nella pastorale familiare e consulenti familiari, che spesso sono i primi punti di riferimento per chi si trova in queste situazioni delicate. Uno dei principali obiettivi del “Vademecum” è quello di fornire chiarezza e formazione. Molti fedeli, infatti, hanno dubbi su cosa significhi realmente la nullità matrimoniale e su quali siano i passi da compiere per verificarla.
Il testo aiuta gli operatori pastorali a comprendere le basi giuridiche e canoniche del matrimonio, spiegando in modo semplice e accessibile quando un matrimonio può essere considerato nullo, quali sono gli impedimenti e quali cause possono inficiare il consenso. Per i parroci, il “Vademecum” rappresenta uno strumento prezioso, perché spesso sono loro i primi ad ascoltare le difficoltà di una coppia e a dover dare un primo orientamento. Sapere quali elementi possono rendere nullo un matrimonio e come funziona il processo ecclesiastico permette loro di offrire consigli più mirati e di accompagnare spiritualmente le persone in questo cammino. Anche i laici impegnati nella pastorale familiare possono trarne grande beneficio, perché il testo spiega in modo chiaro le dinamiche del processo di nullità, il ruolo dei Tribunali ecclesiastici e i passi concreti da seguire. Questo permette loro di essere un supporto efficace per chi sta vivendo un momento di crisi, aiutando le persone a discernere la loro situazione con maggiore consapevolezza.
Infine, il “Vademecum” è molto utile per i consulenti familiari, specialmente per coloro che operano in ambito psicologico o relazionale. Le problematiche legate alla nullità matrimoniale non riguardano solo il diritto canonico, ma anche aspetti emotivi, personali e sociali. Il testo aiuta a integrare la dimensione giuridica con quella pastorale e umana, fornendo strumenti per un accompagnamento più completo e attento alle esigenze delle persone coinvolte. In sintesi, il “Vademecum” non è solo un testo tecnico, ma uno strumento di accompagnamento pastorale che permette di unire competenza giuridica, sensibilità umana e attenzione spirituale, affinché chi attraversa un momento di crisi matrimoniale possa sentirsi ascoltato, compreso e guidato nel miglior modo possibile.
La “rivoluzione” chiesta da Papa Francesco è quella della “prossimità” alle situazioni concrete delle famiglie, con le loro gioie ma anche con le loro difficoltà e fragilità, che vanno valutate caso per caso. Il prossimo 8 dicembre saranno 10 anni dalla pubblicazione del m.p. MIDI quale ruolo stanno o dovrebbero meglio svolgere i vescovi e i parroci – ma anche i laici – per favorire il “discernimento”, tenendo conto anche del ruolo di “giudici” sul territorio affidato loro dal Papa con il m.p. MIDI?
Papa Francesco, con il m.p. MIDI, ha voluto rendere il processo di nullità matrimoniale più accessibile, rapido e meno burocratico, affidando ai Vescovi un ruolo chiave come primi giudici sul territorio. Ma al di là della riforma giuridica, il vero cambiamento che il Papa chiede è una “rivoluzione della prossimità”: non basta applicare delle norme, bisogna accompagnare concretamente le persone nelle loro situazioni di vita, con le loro gioie, difficoltà e fragilità. In questo senso, i Vescovi non possono limitarsi a essere semplici amministratori della giustizia ecclesiastica. Devono essere soprattutto pastori, capaci di favorire un discernimento che non sia solo giuridico, ma anche spirituale e umano. Ciò significa formare il clero e i fedeli perché comprendano il vero significato del processo di nullità, garantire che i Tribunali ecclesiastici operino con uno spirito evangelico e assicurarsi che chi vive situazioni difficili trovi sempre accoglienza nella Chiesa, e non un muro di regole incomprensibili.
Anche i parroci hanno un ruolo fondamentale, perché sono spesso il primo punto di riferimento per le coppie in crisi. È essenziale che conoscano bene le norme del MIDI, ma soprattutto che sappiano accompagnare le persone senza giudicarle, offrendo un sostegno reale, sia dal punto di vista spirituale che umano. Non devono limitarsi a dare informazioni sul processo di nullità, ma essere vicini, ascoltare, consigliare e aiutare le persone a capire quale sia il cammino migliore per loro. Infine, non bisogna dimenticare i laici, che oggi più che mai possono dare un contributo prezioso. Sempre più spesso vengono coinvolti nei Tribunali ecclesiastici come consulenti o giudici, ma il loro impegno può andare oltre. Possono creare reti di supporto per le coppie in difficoltà, offrire ascolto, aiutare le persone a orientarsi nel discernimento e, soprattutto, contribuire a costruire nelle comunità cristiane una cultura della misericordia, dove nessuno si senta escluso o abbandonato. Quindi, a dieci anni dalla pubblicazione del MIDI, la vera sfida è questa: non solo rendere più efficiente il processo di nullità matrimoniale, ma far sì che la Chiesa sia sempre più un luogo di accoglienza, di ascolto e di accompagnamento per tutte le famiglie, in ogni situazione.
Dott. Margherita dall’esperienza che lei compie come giudice laico cosa si sente di consigliare per meglio favorire una sinergia più fattiva e meno pregiudizievole del servizio specializzato, ed altresì pastorale, dei Tribunali ecclesiastici nel contesto della pastorale familiare? L’auspicio più volte richiamato da Papa Francesco di un connubio tra dimensione giuridica e dimensione pastorale, per il bene delle anime, potrebbe avere una maggiore attenzione in special modo nell’orizzonte dell’Anno Giubilare appena iniziato?
Il tema dell’integrazione tra la dimensione giuridica e quella pastorale nei Tribunali ecclesiastici è di grande rilevanza per la vita della Chiesa e per la missione di accompagnamento delle famiglie. Papa Francesco ha più volte sottolineato la necessità che il diritto canonico non sia vissuto come un ostacolo o una mera questione burocratica, ma come un vero strumento di giustizia e misericordia, capace di aiutare i fedeli a fare verità sulla loro vita matrimoniale. Dal “Vademecum sulla nullità matrimoniale” emerge chiaramente che questa sinergia può e deve essere favorita attraverso un dialogo più stretto tra i Tribunali ecclesiastici e la pastorale familiare. Uno degli aspetti fondamentali è il ruolo dei parroci e degli operatori pastorali, che spesso sono i primi interlocutori delle coppie in difficoltà.
È essenziale che questi abbiano una formazione adeguata per aiutare i fedeli a comprendere quando un matrimonio possa essere invalido e per accompagnarli in un cammino di discernimento che non sia solo giuridico, ma anche spirituale e umano. Un’iniziativa concreta in questa direzione è la creazione di strutture diocesane come il “Servizio diocesano per il sostegno agli sposi” sorto nella Diocesi di Alessandria, che permette di affiancare ai procedimenti canonici un supporto pastorale e psicologico. Questo aiuta a evitare che i fedeli percepiscano il processo di nullità come un percorso freddo e distante, ma piuttosto come un’occasione per trovare pace interiore e riscoprire il proprio posto nella comunità ecclesiale.
L’Anno Giubilare, appena iniziato, rappresenta un’opportunità straordinaria per intensificare questo connubio tra giustizia e misericordia. Può essere il momento giusto per promuovere una maggiore sensibilizzazione nelle parrocchie e nei Tribunali stessi, affinché il processo di nullità matrimoniale sia sempre più accessibile, trasparente e vissuto in uno spirito di accoglienza. In sintesi, la vera sfida è riuscire a far percepire il diritto canonico non come uno strumento punitivo, ma come un aiuto concreto per il bene delle anime. Il Giubileo può essere l’occasione per rafforzare questa visione, affinché ogni fedele, anche nelle difficoltà matrimoniali, trovi nella Chiesa una madre che ascolta, accompagna e offre vie di riconciliazione e di nuova speranza.
“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”
(S. Giovanni Paolo II)
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