Giubileo: tempo di conversione e di grazia
Lo scorso 24 dicembre è stata aperto ufficialmente il Giubileo ordinario 2025, come sappiamo la celebrazione del Giubileo per la Chiesa, secondo una cadenza particolare, è un momento di profondo rinnovamento spirituale, un tempo di grazia e di conversione, una chiamata a riscoprire la fede e la speranza in Dio; e questo vale per tutti i cristiani, in special modo per i fedeli cattolici, nessuno escluso. Un approfondimento giuridico sul tema lo troviamo QUI.
Ritenere il giubileo un tempo di conversione e di grazia comporta da parte di tutti viverlo come un’occasione propizia in cui sentire Dio accanto a noi, fare esperienza (accostandosi al sacramento della confessione) dell’infinita misericordia/indulgenza di Dio e della fragilità del cuore umano che decide di aprirsi all’esperienza dell’amore di Dio. Tale esperienza ha un duplice effetto la gioia di sentire che i propri peccati sono stati totalmente perdonati e al tempo stesso la capacità di riprendere il cammino di fede con più fiducia, speranza e in continua evoluzione.
Il giubileo e chi vive in una situazione matrimoniale difficile o “irregolare”
Una grazia speciale che ogni Giubileo concede è il dono dell’indulgenza [1] che costituisce un’occasione di misericordia, di perdono e di rinnovamento spirituale della vita per ogni fedele ed in modo appropriato lo potrebbe essere per quei fedeli chi vivono in situazioni matrimoniali particolari. Come è noto, per ricevere il dono dell’indulgenza, “dono totale della misericordia di Dio” [2], oltre l’esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale è necessario eseguire l’opera indulgenziata (pellegrinaggio ad una Basilica Papale a Roma o ad altra Chiesa stabilita) e adempiere tre condizioni: Confessione Sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice [3], con la quale si esprime al tempo stesso il filiale amore di ogni cattolico verso il successore di Pietro e la sorgente stessa dell’indulgenza. Partendo da questa consolidata e precisa indicazione della Chiesa ci si chiede in presenza di una situazione matrimoniale difficile o irregolare è possibile lucrare l’indulgenza?
Una possibile risposta
La risposta merita un’attenzione particolare in quanto complessa. Tuttavia, pur mancando indicazioni nella Bolla d’Indizione de Giubileo, tantomeno nelle Norme per il medesimo da parte della Penitenzieria Apostolica, alla luce delle indicazioni pastorali di AL (in specie cap. 8 di AL) e della prassi normativa della Chiesa (cfr. cann. 992-997 CIC; Norme sulle Indulgenze della Penitenzieria Apostolica) e avendo cura di compiere un attento discernimento particolare si può rispondere che:
Per i fedeli che vivono una situazione matrimoniale difficile
Separato o divorziato che non ha una nuova unione (cfr. AL 242) non avendo impedimenti oggettivi ad accedere ai sacramenti della confessione e comunione possono lucrare l’indulgenza plenaria.
Per i fedeli che vivono una situazione matrimoniale irregolare
Separati o divorziarti in una nuova unione stabile, tra questi può esserci anche il caso di due fedeli di cui uno o entrambi hanno un precedente matrimonio valido dal punto di vista canonico, ma sciolto civilmente; cfr. AL 297-300) la questione è più complessa, in quanto c’è un impedimento a ricevere i sacramenti della confessione e della comunione, in ragione del contrasto tra la loro situazione di vita e l’insegnamento cristiano sul matrimonio.
Ma in queste situazioni, alla luce di AL 243 va favorito un attento discernimento e un accompagnamento di grande rispetto, in quanto è possibile che «a causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa» (AL 305).
In nota a questo numero si aggiunge: «In certi casi, potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramenti. Per questo, ai sacerdoti ricordo che il confessionale non dev’essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore […] Ugualmente segnalo che l’Eucaristia non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli» (nota 351). Questo significa che se mediante un serio e congruo cammino di fede e di discernimento pastorale e giudiziale [4] “caso per caso” unitamente alla guida spirituale (cfr. AL 300) si possa prendere in considerazione la possibilità di accedere ai sacramenti della confessione e della comunione, allora anche per questi fedeli si possono rendere fattibili le condizioni per lucrare l’indulgenza plenaria, tuttavia se venisse a mancare la piena disposizione o non viene eseguita totalmente l’opera richiesta e non sono poste le tre condizioni, l’indulgenza sarà solamente parziale.
Nel caso in cui i fedeli che vivono una situazione matrimoniale irregolare non fossero nella condizione di accedere ai sacramenti
Conviventi, sposati solo civilmente (cfr. AL 294), poiché il loro percorso di vita e di fede non è ancora maturo verso questa possibilità, questi fedeli possono partecipare al pellegrinaggio e compiere le opere giubilari previste con cuore contrito, ma non possono ottenere l’indulgenza plenaria e neanche quella parziale. Questo avviene poiché secondo la dottrina della Chiesa l’acquisizione e gli effetti dell’indulgenza sono legati alla situazione di vita del fedele: ovviamente si tratta di un dono gratuito di Dio (grazia), ma nel contempo, per il rispetto del valore della libertà dell’uomo, tale grazia divina viene a sostenere il cammino di rinnovamento spirituale e di maturazione del fedele nelle condizioni della vita di ognuno.
Tuttavia, per un fedele che vive una situazione matrimoniale “irregolare” compiere le opere giubilari (opere di misericordia corporali e spirituali, opere caritative) con il cuore contrito potrebbe avere diversi significati a seconda della sua situazione ed essere l’inizio di una autentica conversione e rinnovamento spirituale assumendosi l’impegno a fare passi di conversione sempre più maturi (cfr. AL 300).
Giubileo: la parabola di un chiesa sinodale in uscita e di un serio discernimento
Questa puntualizzazione vuole essere un modo per comprendere che con il dono dell’indulgenza la Chiesa, casa della misericordia, si propone di condurre ogni fedele a una sempre più grande intimità con Dio. Nella comunione con Cristo, nel suo corpo che è la Chiesa, siamo sostenuti nel cammino faticoso che ci permette di superare le conseguenze negative del peccato, che rimangono anche dopo che questo è stato perdonato. In questa direzione si può e si deve comprendere che la possibilità [5] del dono dell’indulgenza, non è una meccanica pia pratica ma un sostegno spirituale per «imparare ad amare, imparare ad amare Dio e il prossimo. Inoltre, non dobbiamo dimenticarci che “il vero Giubileo è dentro: dentro i nostri cuori, dentro le relazioni famigliari e sociali. È dentro che bisogna lavorare per preparare la strada al Signore che viene. Ed è una buona opportunità per fare una buona Confessione e chiedere il perdono di tutti i peccati” [6]. Il Giubileo è segno di riconciliazione perché apre un «tempo favorevole» (cfr. 2Cor 6,2) per la conversione di ciascuno. Si mette Dio al centro della propria esistenza, muovendosi verso di Lui e riconoscendone il primato, in cui misericordia e giustizia si incontrano.
Come ricordava Papa Francesco nella bolla di indizione dell’anno Santo straordinario del 2015: «La misericordia non è contraria alla giustizia ma esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità di ravvedersi, convertirsi e credere […]. Questa giustizia di Dio è la misericordia concessa a tutti come grazia in forza della morte e risurrezione di Gesù Cristo. La croce di Cristo, dunque, è il giudizio di Dio su tutti noi e sul mondo, perché ci offre la certezza dell’amore e della vita nuova» [7].
In conclusione
Alla luce di quanto detto si può comprendere che per quanti vivono una situazione matrimoniale irregolare il giubileo potrebbe e dovrebbe essere un tempo favorevole per mostrare, con l’aiuto della Chiesa, la disponibilità nell’intraprendere un discernimento pastorale e giudiziale per verificare la validità del matrimonio precedente, mediante una consulenza giuridico-pastorale o rivolgendosi ai tribunali ecclesiastici. Per tale ragione, il periodo del Giubileo può divenire un tempo favorevole in cui i pastori e le vari istituzioni ecclesiali possono mostrarsi prossimi e sensibili nel sostenere questa possibilità prevista dalla Chiesa, e gli stessi fedeli essere aiutati ad essere più consapevoli, attivi e fiduciosi nel percorrere questa azione di discernimento particolare. E così essere incentivati ad intraprendere una vita buona e fare tutto il possibile per riparare agli errori commessi e ritrovare la gioia di un’amicizia riconciliata.
Note
[1] Il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) al n. 1471, citando la Costituzione apostolica Indulgentiarum doctrina di Paolo VI (1967) già ripresa anche nell’Enchiridion Indulgentiarum (1a ed. 1968, 4a ed. 1999) e nel Codice di Diritto Canonico del 1983 (cfr. can. 992), insegna che «l’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per l’intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi».
[2] Cfr. Giovanni Paolo II, Aperite Portas Redemptori, Bolla d’indizione Giubileo per il 950° Anniversario della Redenzione, 6 gennaio 1983, n. 8, in Acta Apostolicae Sedis, 75 (1983), p. 98.
[3] Paolo VI, Cost. Apost. Indulgentiarum doctrina, Parte II, Norma 7, 1 gennaio 1967, in Acta Apostolicae Sedis, 59 (1967), p. 22.
[4] Cfr. Vescovi della Regione Pastorale di Buenos Aires, Criteri base per l’applicazione del cap. 8 di Amoris Laetitia, in Acta Apostolicae Sedis, 108 (2016/10), pp. 1071-1074; Dicastero per la Dottrina della fede, Risposta riguardo all’amministrazione dell’Eucarestia ai divorziati che vivono in una nuova unione al Card. Dominik Duka, il testo integrale è edito nel sito ufficiale della Santa Sede (www.vatican.va).
[5] Cfr. Paolo VI, Cost. Apost. Indulgentiarum doctrina, in Acta Apostolicae Sedis, 59 (1967), pp. 5-21.
[6] Cfr. Francesco, Atto di venerazione all’Immacolata in Piazza di Spagna, Roma 8 dicembre 2024.
[7] Francesco, Misericordiae vultus. Bolla d’Indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia, n. 21.
“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”
(S. Giovanni Paolo II)
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