Le molteplici forme dell’annuncio: la funzione pastorale (can. 761)

Annuncio

L’analisi del canone 761 è volta a mostrare come il Diritto Canonico sia pienamente a servizio dell’azione pastorale della Chiesa, e come, rispondendo alle richieste del Concilio Vaticano II sia stato profezia per questi tempi:

Can. 761 – Per annunciare la dottrina cristiana si adoperino i diversi mezzi, che sono a disposizione, in primo luogo la predicazione e l’istruzione catechistica, che tengono sempre il posto principale, ma anche la presentazione della dottrina nelle scuole, nelle accademie, conferenze e adunanze di ogni genere, e altresì la diffusione della medesima attraverso le dichiarazioni pubbliche fatte dalla legittima autorità in occasione di taluni eventi con la stampa e con gli altri strumenti di comunicazione sociale.

Il canone in questione trova la sua collocazione nel Libro III dove è disciplinata la funzione di insegnare nella Chiesa. Abbiamo precedentemente trattato e compreso (qui) da dove deriva tale potestà di insegnare in capo alla Chiesa: essa deriva da Cristo stesso che Le ha affidato la custodia del deposito della fede, affinché sia la Chiesa stessa a custodirlo, scrutarlo, annunziarlo ed esporlo fedelmente.

Evangelizzare, compito di tutti i battezzati

Il compito dell’interpretazione autentica della Parola di Dio è affidato solo al Magistero vivo della Chiesa, l’unico che può emanare dei pronunciamenti ufficiali sul deposito della fede.

Invece, il dono-dovere di “evangelizzare” è per tutto il popolo di Dio, ciascun battezzato è chiamato e inviato ai fratelli, per essere un testimone evangelico e un annunciatore della Buona notizia. È in relazione a quest’ultimo ministero che bisogna analizzare tale canone, che disciplina le varie modalità di annuncio della “dottrina cristiana”. Più semplicemente, possiamo dire che si occupa di come portare l’annuncio del Vangelo, con competenza e preparazione, in ogni luogo e mediante ogni strumento a disposizione.

Alcune modalità di annuncio

È il canone stesso ad elencare alcune modalità di annuncio: due principali e altre secondarie. Le principali sono: la predicazione e la catechesi, le secondarie sono: l’insegnamento nelle scuole; le varie conferenze e adunanze; la stampa e l’utilizzo degli altri strumenti di comunicazione sociale.

Per quanto riguarda la predicazione è il canone successivo che la disciplina in modo specifico, essa non è prerogativa esclusiva dei ministri sacri, poiché anche ai laici è concesso tale compito in determinate condizioni, tranne che per l’omelia. Col termine predicazione, infatti, si intende sia la lectio divina, che la liturgia della Parola, la predicazione ai ritiri spirituali e l’omelia. Solo quest’ultima, essendo parte stessa della liturgia eucaristica, è riservata in modo esclusivo al sacerdote o al diacono (cfr can. 767).

L’istruzione catechistica è disciplinata dai canoni successivi (cann. 773-780), essa implica il far maturare la fede e guidare il battezzato alla conoscenza di Cristo. La responsabilità primaria è in capo al Vescovo diocesano e al Parroco, che è sostenuto da vari componenti ecclesiali: i membri degli istituti di vita consacrata e società di vita apostolica; i fedeli laici e soprattutto i catechisti. Inoltre non va dimenticato il ruolo centrale dei genitori, che sono i primi evangelizzatori nella catechesi familiare. L’istruzione catechistica può e deve essere trasmessa con l’uso di ogni strumento di comunicazione sociale, affinché il messaggio possa raggiungere ogni uomo nella sua precisa condizione ed età.

Modalità di annuncio “secondarie”

A tal riguardo si parla anche di modalità di annuncio secondarie che si manifestano nelle conferenze, adunanze, mediante la buona stampa e in ogni mezzo di comunicazione sociale. Questa modalità di annuncio è oggi fortemente utilizzata poiché il web e ogni strumento di condivisione sociale è divenuto luogo quotidiano di annuncio gioioso del Vangelo di Cristo

Così come richiesto già dal Concilio Vaticano II, nel decreto Inter mirifica al n. 24 (qui)

“Del resto il sacro Concilio confida che questa sua esposizione di principi dottrinali e di norme sarà accolta di buon grado e fedelmente osservata da tutti i figli della Chiesa, in modo che essi, servendosi anche di questi strumenti, non solo non ne riportino danno, ma come sale e luce fecondino e illuminino il mondo.

Inoltre esso rivolge la sua esortazione a tutti gli uomini di buona volontà, specialmente a quanti hanno nelle loro mani questi strumenti. Li invita a impiegarli unicamente per il bene dell’umanità, il cui avvenire dipende ogni giorno di più dal loro retto uso. Pertanto, come già avvenne con i capolavori delle arti antiche, così anche da queste invenzioni recenti sia glorificato il nome del Signore, secondo il detto dell’Apostolo: «Gesù Cristo, ieri e oggi e per tutti i secoli» (Eb 13,8)”

Per concludere

E’ evidente come il diritto canonico si sia posto totalmente al servizio pastorale della Chiesa di Cristo, disciplinando e confermando la necessità di utilizzare ogni strumento di comunicazione sociale possibile, in vista dell’Annuncio della Salvezza e confermando, per ogni battezzato, il dovere e il dono di essere missionario del Regno.

Alla luce di questa riflessione è semplice comprendere come www.voxcanonica.com ne sia un valido esempio!

 

“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit”

(San Giovanni Paolo II)

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sr. Maria Romano

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Vox Canonica nasce nell’anno 2020 dal genio di un gruppo di appassionati giovani studenti di diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense.

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