Liber II: De Populo Dei

Un libro profondamente rivoluzionario

«Già il titolo, De populo Dei, rimanda al cap. II di Lumen Gentium, la Costituzione del Vaticano II sulla Chiesa»[1].

È un libro corposo, contenente quasi 1/3 di tutta la normativa codiciale, suddiviso in tre parti:

  • I fedeli;
  • La Costituzione Gerarchica della Chiesa;
  • Gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica.

È uno dei libri dove si respira maggiormente la rivoluzione della nuova ecclesiologia che:

«Ha guidato il legislatore nella rielaborazione della normativa riguardante la natura e la missione dei “soggetti” della vita ecclesiale. L’azione di Dio nella storia coinvolge un popolo al cui interno il fedele cristiano diventa il soggetto protagonista. La struttura fondamentale del popolo di Dio viene studiata alla luce dei principi costituzionali della uguaglianza e diversità».[2]

Una nuova ecclesiologia

La Chiesa non ha solo più una struttura piramidale-gerarcologica, dove al vertice figura il Romano Pontefice, poi tutta la gerarchia ecclesiastica e infine il “resto” dei fedeli; ma è un unico popolo che persegue la santità con servizi, vocazioni e caratteri ontologicamente e funzionalmente differenti, a partire, tuttavia, dall’unico stato che accomuna tutti che è quello di battezzato:

Can. 204 – §1. I fedeli sono coloro che, essendo stati incorporati a Cristo mediante il battesimo, sono costituiti popolo di Dio e perciò, resi partecipi nel modo loro proprio della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, sono chiamati ad attuare, secondo la condizione propria di ciascuno, la missione che Dio ha affidato alla Chiesa da compiere nel mondo.

L’uguale dignità dei battezzati

«La nozione di popolo di Dio indica così la Chiesa intera di cui fanno parte sia la gerarchia sia i laici, sottolineandosi in questa prospettiva, prima di ogni altra distinzione, la fondamentale uguaglianza di tutti i battezzati» [3]

È riscoperta e posta al centro la categoria del popolo “di” Dio, cioè di quell’intero popolo che appartiene a Colui che lo ha convocato.

Santità, storicità e missionarietà

La santità di Dio è ciò che caratterizza questo popolo, è un popolo santo perché appartiene al totalmente Santo, cosicché lo scopo di ogni fedele cristiano è raggiungere tale santità. La storicità fa riferimento ad un popolo che cammina, incarnandosi, nella storia. Dalla convocazione-chiamata di Dio, il popolo si mette in cammino tra persecuzioni e consolazioni. Infine, la nota della missionarietà indica la natura stessa di una chiesa pellegrina nel tempo, ed é una dimensione affidata ad ogni singolo fedele in base alla sua propria condizione[4].

Dopo aver presentato i Christifideles accomunati dalla stessa dignità e uguaglianza battesimale, e l’universale chiamata alla santità, il Libro si estende e si sofferma sulle diversità delle vocazioni, carismi e ministeri[5]:

«Tutti i battezzati sono egualmente chiamati alla pienezza della santità, che è la stessa per tutti, e tutti sono ugualmente chiamati all’apostolato comune (cfr. Lg 32,41). Se la santità e l’apostolato sono, per quanto attiene alla loro sostanza e ai loro fini, eguali per tutti, vi è di contro una grande diversità nei modi e nelle forme di perseguirli, negli stati, nelle condizioni di vita e nelle vocazioni particolari e specifiche (cfr. LG 32). Ciò suppone che la varietà e la multiformità di spiritualità, di condizioni di vita e di forme di apostolato non solo sono fenomeno legittimi, ma rispondono alla volontà fondazionale di Cristo ed all’azione dello Spirito Santo»[6].

Ciascun battezzato è chiamato ad essere missionario del Regno di Dio e a raggiungere la pienezza della santità nella “modalità sua propria”, quella ispiratagli dallo Spirito Santo.

 

Note bibliografiche

[1] Quaderni Di  Diritto Ecclesiale (a cura della Redazione), Codice di Diritto canonico commentato, Àncora, 20174, 223.

[2] G. Incitti, Il popolo di Dio. La struttura giuridica fondamentale tra uguaglianza e diversità, UUP, 2009 Roma, p.7.

[3] Ibidem, 15

[4] Cfr. ibidem, 15-19.

[5] Cfr.  Codice di Diritto canonico commentato, Quaderni di diritto Ecclesiale (a cura della Redazione), Àncora, 20174, 223.

[6] J. I. Arrieta, Codice di diritto canonico e leggi complementari commentato, Colletti a San Pietro, Roma 20186, 185.

Bibliografia cronologica

G. Incitti, Il popolo di Dio. La struttura giuridica fondamentale tra uguaglianza e diversità, UUP, Roma 2009.
Codice di Diritto canonico commentato, Quaderni di Diritto Ecclesiale (a cura della Redazione), Àncora, 2017.
J. I. Arrieta (ed. italiana), Codice di diritto canonico e leggi complementari commentato, Colletti a San Pietro, Roma 2018.

 

“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit”

(San Giovanni Paolo II)

 

 

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