Lo scorso 4 giugno, nell’aula magna del Pontificio Istituto Orientale, è stato consegnato al Prof. Luigi Sabbarese il premio Vox Canonica 2025, conferito a canonisti distintisi per il proprio contributo allo studio, alla ricerca, alla promozione ed all’applicazione del diritto canonico o dell’utrumque ius. L’evento ha visto una notevole presenza da parte di rappresentanti delle comunità accademiche in cui il Prof. Sabbarese è stato o è operativo, ovverosia la Pontificia Università Urbaniana, la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (sezione San Tommaso) e lo stesso Pontificio Istituto Orientale.
Il premio è consistito nella consueta consegna di un medaglione artistico di terracotta raffigurante in bassorilievo San Raimondo da Peñafort, patrono dei canonisti. Il santo è rappresentato con un libro aperto nella mano sinistra e una chiave nella mano destra, simboli eloquenti dell’accesso al sapere giuridico e del ruolo del diritto come strumento di dialogo e responsabilità.
Ad introdurre e moderare l’incontro vi erano la Dott.ssa Maria Cives ed il Prof. Rosario Vitale, esponenti apicali della Redazione di Vox Canonica, ai cui interventi si sono aggiunti quelli del Presidente del Pontificio Istituto Orientale, il Prof. Sunny Thomas Kokkaravalayil, e del Decano della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Prof. Antonio Foderaro.
Presentazione del Giornale Vox Canonica
Nel corso dell’incontro, ha avuto luogo la presentazione del Giornale Vox Canonica, dedita alla divulgazione del diritto canonico, ossia del diritto del battezzato, grazie ai contributi appassionati e gratuiti dei membri della Redazione e dei collaboratori esterni. Di conseguenza, il Prof. Vitale ha còlto l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno reso e continuano a rendere possibile tale progetto.
Il Prof. Vitale, fondatore di Vox Canonica, ha spiegato come e perché sia nata Vox Canonica nel 2020 in pieno periodo pandemico. La stessa è nata da un gruppo di studenti della Pontificia Università Lateranense, con l’obiettivo di approfondire (oltre l’università) argomenti di diritto canonico, stante la mancanza di uno spazio dedicato all’argomento nel Web. Il progetto perseguiva e persegue una finalità particolare: far conoscere il diritto canonico anche ai non addetti ai lavori, tramite “pillole di diritto canonico” sotto forma di articoli brevi dal linguaggio semplice. Oggi la rivista vanta ben 35 collaboratori e non ha nessuna sovvenzione economica.
Il progetto ha ricevuto fin da subito il favore sia delle università pontificie sia di quelle statali. L’omonimo premio è stato istituito nello stesso anno e contestualmente alla nascita del Giornale nel 2020.
La premiazione
Durante la premiazione, si sono profuse parole di elogio nei confronti del Prof. Sabbarese, con particolare riguardo alla capacità di aver saputo coniugare rigore giuridico-scientifico, profonda umanità, spiccata pastoralità e libertà intellettuale. Si sono altresì ricordate non solo la prolifica attività accademica del docente premiato, ma anche la sua esperienza sul campo come Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico dello Stato della Città del Vaticano, come referente per la tutela dei minori in Vaticano, come Difensore del Vincolo ed anche come referendario presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.
L’intervento del Prof. Sabbarese
Prima del conferimento del premio, il Prof. Sabbarese ha tenuto un intervento circa gli aspetti del fenomeno consuetudinario nel diritto canonico orientale, evidenziando la dimensione pneumatologica ed ecclesiologica della consuetudine come fonte del diritto nella Chiesa. In particolare, ha sottolineato quanto tale fonte del diritto, spesso messa in ombra dalla legge, possa essere riscoperta nel contesto attuale come esito di un processo di discernimento comunitario, nonché come mezzo di inculturazione idoneo a formare discipline giuridiche adatte ai contesti particolari. Ciò risulta anche coerente con l’insegnamento del Concilio Vaticano II, che ha posto una ragguardevole enfasi sul sensus fidei. Inoltre, la consuetudine fa pacificamente parte del patrimonio storico-giuridico tanto latino quanto orientale, nonostante una certa marginalizzazione nel corso del tempo.
Attualmente, il can. 6 CCEO prevede la revoca di tutte le consuetudini esistenti al momento dell’entrata in vigore del Codice, ove riprovate dai relativi canoni oppure ad essi contrarie. Tuttavia, mantengono il loro vigore le consuetudini centenarie od immemorabili e quelle praeter legem. Viceversa, dopo l’entrata in vigore del Codice, le consuetudini, ad eccezione di quelle riprovate, possono ottenere forza di diritto soltanto se osservate legittimamente per trent’anni continui e completi, ai sensi del can. 1507 §§ 1-2 CCEO.
La consuetudine non deve però confondersi con la tradizione o con la prassi, le quali svolgono una funzione suppletoria nelle ipotesi di lacune normative. In particolare, il diritto antico, facendo parte della tradizione canonica, potrà orientare l’interpretazione delle norme del Codice, le quali hanno spesso recepito e adattato tale diritto, peraltro in parte comune alle Chiese Orientali Ortodosse.
Annuncio della creazione dell’applicazione «C§C»
A conclusione della premiazione e della laudatio, il Prof. Rosario Vitale ha altresì annunciato la creazione dell’applicazione «C§C», che verrà realizzata col contributo di Vox Canonica. Tale applicazione consentirà agli utenti di avere a portata di mano (o, per meglio dire, di telefono) il Codice latino di diritto canonico, corredato da commenti e formulari giudiziari.
“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”
(S. Giovanni Paolo II)
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