Per una giustizia ri-generativa, nuova monografia di Don Andrea Giovita

giustizia ri-generativa

Pubblicata per i tipi di Città Nuova la monografia di don Andrea Giovita

Don Andrea Giovita, presbitero della Diocesi di Brescia, ha pubblicato per la casa editrice Città Nuova la sua ultima monografia dal titolo: “Per una giustizia ri-generativa, Chiesa in uscita ed esercizio dialogico del diritto“. 

Il testo

Il saggio presenta l’esercizio del diritto canonico come progetto regolativo ideale che persegue lo scopo di proporre una risposta al male nell’ottica di una giustizia rigenerativa. La sentenza e la pena in questa prospettiva, possono essere concepite, grazie alla mediazione penale, come istanze dinamiche aperte e generative. I punti focali di questa originale lettura sono l’ontologia trinitaria e il concetto di norma missionis

Il testo pone al centro la missionarietà della Chiesa in uscita, che trova nella missione la sua natura più profonda, al punto che anche l’ordinamento giuridico recepisce lo slancio missionario e lo assimila nel proprio lessico. La giustizia diventa perciò indicatrice e performativa ed insieme chiave ermeneutica. Questa proposta ecclesiologica crea il luogo nel quale può concretizzarsi una giustizia ri-generativa di tipo dialogico-relazionale. E il diritto canonico, visto come progetto regolatore ideale, fa sì che la sentenza e la pena possono essere concepite, nell’ottica del nuovo diritto penale canonico, non solo come mero atto di autorità dogmaticamente conforme a leggi o precetti, ma come istanze dinamiche aperte e  generative. 

La sentenza così si fa portatrice di un nuovo annuncio e dona nuove relazioni e dignità alla persona. La pena in questo modo può diventare un progetto di bene, mentre la mediazione risulta essere la forma più caratteristica della giustizia dia-logica, conforme alla norma missionis, in quanto luogo di annuncio, al fine di rinnovare e generare rapporti sempre nuovi e includenti tra i membri della comunità. Per questo motivo la giustizia penale canonica non può che essere giustizia rigenerativa. Abbiamo posto a don Andrea alcune domande:

Cosa intende per giustizia ri-generativa?

Per giustizia rigenerativa intendo una giustizia che non solo vede il coinvolgimento attivo delle parti che in dialogo si mettono alla ricerca della verità grazie a quel “luogo dialogico” che è il processo, ma ancor più in questa proposta la sentenza e la pena ri-generano gli attori a “nuova vita” poiché al termine di un processo, di un’esperienza processuale dia-logico-relazionale gli attori non saranno più gli stessi di prima, grazie al nuovo annuncio (sentenza) ricevuto nascono nuove relazioni, ciò non è quindi un semplice riparare ma un vero e proprio ri-generare. Qualcosa in loro cambia, e nel caso del diritto canonico in loro può cambiare anche lo stato di vita.

Il suo testo a chi si indirizza e perché?

Il mio testo è frutto della rielaborazione e approfondimento della Tesi discussa alla facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Lateranense, in cui come relatori scelsi: un filosofo, un teologo e un giurista al fine di poter elaborare al meglio una proposta che tenesse conto delle peculiarità del diritto, senza tralasciare aspetti cardine propri del diritto canonico. Possiamo dire sia rivolto sia a specialisti del diritto, sia a teologi che non amano approcciarsi a discipline come il diritto, ma che potranno trovare una modalità di approccio teologico e teologale al diritto nella forma del “ripensare il pensiero”. La proposta dell’ontologia trinitaria è la base per ripensare il diritto, non rinunciando alle categorie che gli sono proprie, in una ottica transdisciplinare.

Ci dica qualcosa in più circa la norma missionis

Essa è una prospettiva promossa dalla facoltà di diritto Canonico della Lateranense, il prof. Paolo Gherri e il prof. Arroba hanno scritto e portato avanti questa intuizione insieme ai docenti della facoltà. La norma missionis è nel mio testo comparata a Dike colei che indica, dona la direzione per “generare”, grazie alla sentenza (nuovo annuncio) ricevuta, nuove relazioni, per cui l’azione processuale non è volta quindi ad un semplice riparare ma ad un vero e proprio ri-generare.

La norma missionis può essere compresa come nucleo fondante all’origine del diritto canonico ma che si accredita insieme come parametro ermeneutico ed esperienza paradigmatica non solo per l’ordinamento canonico; infatti, la sua è anche proposta e occasione di ampliamento dell’orizzonte culturale e interculturale degli altri ordinamenti giuridici, al fine di affermare il valore universale dell’esperienza giuridica come relazione di umanità e quindi, della persona.

 

“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”

(S. Giovanni Paolo II)

 

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Rosario Vitale

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