Il Narcisismo – motivo di nullità matrimoniale

narcisismo

Mutamento antropologico

Ogni tempo ed ogni epoca portano con sé il loro modo di vivere  e di vedere le relazioni interpersonali. Ciò che caratterizza in particolare modo l’epoca in cui viviamo, definita da una “cultura digitale” che ha ridefinito i limiti dello spazio e del tempo, sono due fenomeni: l’egoismo e l’individualismo. Tuttavia, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso alcuni autori hanno scoperto un nuovo fenomeno che si è fatto strada nella nostra società: il narcisismo.

Questo fenomeno fu dirompente e destinato ad una crescita esponenziale nel decorso del tempo. Gli autori che notarono per primi tutto ciò videro una società sempre più orientata verso sé stessa, verso la propria bellezza ed il proprio aspetto esteriore, con nessuna cura per il mondo all’infuori di loro stessi. Ciò diede non poche preoccupazioni agli esperti, che decisero di dare un nome a questo fenomeno prendendo ispirazione dal mito di Narciso narrato da Ovidio nelle sue Metamorfosi. 

L’attualità del mito di Narciso non sfugge. Mito che rispecchia perfettamente un uomo che si ricurva su sé stesso. Un individuo egoista che si preoccupa unicamente di sé stesso e del proprio benestare. Il focus di tale individuo si sposta dunque dalle relazioni interpersonali, che lo stimolano a crescere e ad espandersi, al proprio io. Si passa dall’alterità all’autoreferenzialità.

Chi è narcisista, dunque, si focalizza unicamente sul qui ed ora, sul presente, trovandosi tra un passato ormai visto come estraneo ed un futuro incerto. Da ciò si può comprendere l’ossessione del narcisista per il proprio aspetto fisico e per una giovinezza che perduri nel tempo. Oltre a ciò bisogna anche notare il bisogno del narcisista di fare esperienze sempre nuove che siano in grado di colmare il vuoto lasciato nella propria vita dalle relazioni interpersonali assenti. L’apertura verso l’altra persona avviene solamente in quanto l’altra persona viene concepita come specchio dal narcisista, non in quanto persona in sé, bensì come oggetto atto a realizzare i suoi desideri.

Prospettiva psichiatrica

Il narcisismo è caratterizzato da una certa vulnerabilità dell’autostima, per eccesso o per difetto. Tale vulnerabilità nella maggior parte dei casi è dovuta a delle situazioni traumatiche subite dalla persona, solitamente durante gli anni dell’infanzia. Un esempio di una tale situazione traumatica sarebbe l’abbandono. L’abbandono subito da bambini da parte di una persona che avrebbe dovuto amarci, come ad esempio un genitore, provocherà un trauma che a sua volta genererà un insicurezza nella propria autostima che verrà successivamente colmata attraverso lo sviluppo del disturbo narcisistico di personalità. Il perdurare di tale disturbo potrebbe poi in futuro portare il narcisista adulto ad abbandonare a sua volta chi tenti di amarlo.

Il psicoanalista austriaco Sigmund Freud tuttavia scoprì che il narcisismo non è sempre dovuto ad un trauma subito, bensì ogni essere umano lo sviluppa più volta durante l’arco della sua vita essendo una tappa fondamentale nel processo di sviluppo individuale. Il narcisismo infatti è presente sia durante l’infanzia che durante l’età adulta, tuttavia assume un significato diverso a seconda dell’età in cui ci si trova. Mentre il bambino che subisce un trauma durante l’infanzia ha estremo bisogno di sviluppare il narcisismo come forma di difesa di fronte all’abbandono o il distacco dalla madre. Affinché riesca a diventare un Sé indipendente e per superare l’angoscia della separazione da chi dovrebbe amarlo, in un processo di soggettivazione, il bambino sviluppa questo tratto narcisistico che pone le fondamenta per la sua capacità di essere solo e distaccarsi dalle persone amate.

Durante la vita adulta di ogni essere umano invece ci sono fasi ed età dove è necessaria una sopravvalutazione di sé ed è oltremodo utile aumentare l’amore per se stessi. Tali fasi sono l’adolescenza e la mezza età. Le difese narcisistiche di cui si munisce un adolescente devono aiutarlo a proteggersi dall’insuccesso e dalla disillusione in una fase della vita in cui si è particolarmente fragili in quanto soggetti a mutamento. Gli esperti definiscono questo uno “stadio narcisistico normale”.

Il narcisismo finora trattato non è tuttavia capace di influire sul consenso matrimoniale. Per avere risvolti sul matrimonio contratto il narcisismo deve essere patologico, che è stato definito dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders dell’ American Psychiatric Association come un disturbo di personalità rientrante nei termini di: pattern pervasivo di grandiosità (nella fantasia o nel comportamento), necessità di ammirazione e mancanza di empatia che inizia entro la prima età adulta ed è presente in svariati contesti. Tuttavia vi sono due varietà narcisistiche, una manifesta e l’altra celata. Mentre nel DSM-5 è stata illustrata una versione grandiosa ed arrogante del narcisista, il Psychodynamic Diagnostic Manual introduce delle personalità narcisistiche timide e diffidenti che evitano le relazioni.

Risvolti giudiziali del narcisismo

Il Disturbo Narcisistico di Personalità da un punto di vista giuridico può provocare un grave difetto di discrezione di giudizio oppure un incapacità ad assumere gli oneri coniugali.

Nel caso del grave difetto di discrezione di giudizio:

il disturbo narcisistico provoca una distorta concezione di sé nella quale il proprio valore viene enfatizzato più del dovuto e le proprie ambizioni sono grandiose ed irrealistiche.

Vi può essere anche una compromessa capacità critica, dovuta ad un opinione di sé particolarmente positiva

Oltre a ciò potrebbe verificarsi anche un alterazione delle facoltà volitive, che naturalmente andrà ad incidere sulla scelta matrimoniale compiuta.

In una coram Pompedda del 30 gennaio 1989 si parla appunto di questo influsso del disturbo di personalità sulla discrezione di giudizio. Il perito in tale caso si espresse in tal senso riguardo agli effetti del disturbo in questione:

“Inibisce la facoltà critica del soggetto, il quale è indotto ad intrecciare rapporti epidermici di cui non può cogliere il vero significato “perché meramente strumentalizzati a supporto della propria carente personalità profonda, il self, ed esposti come tali a radicali contraddittorietà”.

Anche in una coram Davino del 10 luglio 1992 si trattò degli effetti di tale disturbo in questi termini:

“L’effetto di questa anomalia della personalità sulla discretio iudicii è devastante: il narcisista, cioè il Puer Aeternus di junghiana memoria, è radicalmente incapace di scegliere liberamente”.

Nel caso dell’incapacità ad assumere gli oneri coniugali:

Si può facilmente comprendere come il narcisismo possa provocare l’incapacità del soggetto ad assumere gli oneri coniugali, semplicemente pensando ad alcuni tratti caratteristici del narcisista: l’assoluta mancanza di empatia, l’eccessivo focus su sé stesso e unicamente sui propri bisogni e non su quelli del partner. Da tali caratteristiche si può comprendere come esse siano incompatibili con la buona riuscita di un matrimonio e vadano ad inficiare sia il bonum coniugum che la communio vitae

La perizia a sostegno della coram Pinto del 17 febbraio 2012 che parla dell’incapacità di assumere gli obblighi essenziali del matrimonio tratta alcuni marker tipici della personalità narcisista, come l’egocentrismo che spesso sfocia in mancanza di empatia e l’assoluto rifiuto di essere messo in discussione che provoca inevitabilmente l’impossibilità di avere relazioni interpersonali paritarie.

Anche in una coram Caberletti del 22 ottobre 2013 viene stabilita l’incapacità del periziando di instaurare relazioni interpersonali. Essa si conclude descrivendo la relazione tra i coniugi come una

“relazione distorta soggetto narcisista-oggetto Sé, in cui il secondo non vive di vita propria, ma in funzione del benessere, della gratificazione e dell’implementazione del primo, in ciò realizzando un rapporto asimmetrico”.

Riferimenti

  1. Cfr. ARCISODALIZIO DELLA CURIA ROMANA (ED), L’incapacità consensuale tra innovazione normativa e progresso scientifico (Can. 1095, Mitis Iudex e DSM-5), (Annales Doctrinae et iurisprudentiae canonicae, VIII), LEV, Città del Vaticano 2019, pp. 417-446.
  2. Cfr. AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION, DSM-5, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Milano 2014, p. 774.
  3. Cfr. V. LIGIARDI – N. MC. WILLIAMS (ed.), Psychodynamic Diagnostic Manual: Second Edition (PDM-2), New York 2017, p. 50.
  4. RRDec., vol. 81, 88, n.11.
  5. Ibid., vol. 84, 400, n.6.
  6. Cfr. ARCISODALIZIO DELLA CURIA ROMANA (ED), L’incapacità consensuale tra innovazione normativa e progresso scientifico (Can. 1095, Mitis Iudex e DSM-5), (Annales Doctrinae et iurisprudentiae canonicae, VIII), LEV, Città del Vaticano 2019, pp. 143-147.

 

“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit”

(San Giovanni Paolo II)

 

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Chiara Gaspari

Chiara Gaspari

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