Global Compact on Education: alla Lateranense il Papa rilancia il Patto Educativo Globale

Global Compact on Education: alla Lateranense il Papa rilancia il Patto Educativo Globale

La Pontificia Università Lateranense accoglie le voci di generazioni a confronto

Giovedì 15 ottobre 2020, si è svolto, presso l’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense, l’incontro dal titolo: “Global Compact on Education. Together to look beyond”, organizzato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica.
Presenti all’evento, il gran cancelliere, il card. Angelo de Donatis; il Rettore Magnifico, prof. Vincenzo Buonomo; autorità civili ed ecclesiastiche; oltre a docenti e studenti dell’università; e gli ospiti intervenuti: il card. Giuseppe Versaldi, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica; l’Arcivescovo Angelo Vincenzo Zani, segretario della medesima; la prof.ssa Silvia Cataldi, sociologa, docente all’Università “La Sapienza” di Roma e Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
L’incontro è stato moderato da Alessandro Gisotti, vice-direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione, il quale ha definito questo evento come una tappa intermedia, in vista del Patto Educativo che si sarebbe dovuto svolgere lo scorso 14 maggio ma posticipato a causa della pandemia, e che si terrà una volta terminata l’emergenza sanitaria.
Tema cardine dell’incontro, la questione educativa, alla quale il Romano Pontefice, soprattutto in questo particolare momento storico, dedica la massima cura e attenzione.
La prima parte dell’evento ha avuto come centro proprio l’intervento del Santo Padre, tramite un video-messaggio, che è stato successivamente commentato dai vari ospiti presenti sia fisicamente che telematicamente, e da alcuni studenti.

Nella seconda parte, si è illustrato come, nel concreto, il Patto Educativo si stia man mano sviluppando nel mondo attraverso l’impegno e la collaborazione di vari centri universitari.

L’incontro si è aperto col saluto del Rettore della PUL, Vincenzo Buonomo, il quale ha voluto introdurre al tema dell’evento, ricordando l’intervento del Santo Padre avvenuto un anno prima proprio da quella stessa Aula, ove presentò l’idea di elaborare un Patto Globale sull’educazione; e ha esordito sottolineandone una precisa affermazione: «Senza un progetto educativo, la persona umana è soltanto schiava di un pensiero breve». Quindi – prosegue il Rettore – «un pensiero frammentario, che non riesce ad essere propositivo di grandi progetti». E conclude aggiungendo i quattro pilastri elencati da Papa Francesco in quell’occasione, legati alla medesima riflessione: il dialogo; la certezza e l’unità dell’educazione; la comunità che comprende l’educatore, l’educato e tutti i protagonisti dell’esperienza educativa.

video-messaggio Papa Francesco

Segue il video-messaggio del Papa, il quale, presentando la situazione di difficoltà generata dall’arrivo della pandemia per Coronavirus, evidenzia come rapidamente sia emersa una situazione di “catastrofe educativa”, aumentando un divario già allarmante. «Questa situazione – afferma il Papa – ha fatto crescere la consapevolezza che occorre dare una svolta al modello di sviluppo».
Emerge dunque la necessità di ripensare un modello culturale, basato su un nuovo progetto educativo da trasmettere alle giovani generazioni, e che sia capace «di rispondere alle sfide e alle emergenze del mondo contemporaneo; di capire e trovare le soluzioni alle esigenze di ogni generazione e di far fiorire l’umanità di oggi e di domani». L’educazione ha, infatti, un «potere trasformante», sottolinea il Papa, perciò «è sempre un atto di speranza che invita alla co-partecipazione e alla trasformazione della logica sterile e paralizzante dell’indifferenza, in una logica diversa in grado di accogliere la nostra comune appartenenza», nel rispetto della persona umana e della sua dignità.
Affinché questo patto educativo si realizzi, il Santo Padre fa appello alle famiglie, alle comunità, alle scuole e alle università, alle istituzioni, alle religioni, ai governanti, all’umanità tutta, perché «con la loro testimonianza e il loro lavoro, si facciano promotori dei valori di cura, di pace, di giustizia, di bene, di bellezza, di accoglienza dell’altro e di fratellanza». Si tratta di un impegno comune al quale tutta l’umanità è chiamata a prendere parte, armonizzando le varie competenze e i vari approcci di ognuno, al fine di ricercare il bene comune, distaccandosi dalla cultura individualistica e indifferentista del nostro secolo. Poiché «l’educazione è una delle vie più efficaci per umanizzare il mondo e la storia. L’educazione è soprattutto una questione di amore e di responsabilità che si trasmette nel tempo di generazione in generazione».
Il Papa conclude, infine, elencando sette propositi, nonché gli impegni che intende perseguire nella realizzazione del progetto educativo:
1. Mettere al centro di ogni processo educativo la persona per far emergere la sua specificità, bellezza, unicità e capacità di essere in relazione con gli altri e con la realtà che la circonda, respingendo stili di vita che favoriscono diffusione della cultura dello scarto.
2. Ascoltare la voce dei bambini, dei ragazzi e dei giovani a cui trasmettiamo valori e conoscenze, per costruire insieme un futuro di giustizia e di pace, una vita degna per ogni persona.
3. Favorire la piena partecipazione delle bambine e delle ragazze all’istruzione.
4. Vedere nella famiglia il primo e indispensabile soggetto educatore.
5. Educare ed educarci all’accoglienza, aprendoci ai più vulnerabili ed emarginati.
6. Impegnarci a studiare per trovare altri modi di intendere l’economia, di intendere la politica, di intendere la crescita e il progresso, perché siano davvero al servizio dell’uomo e dell’intera famiglia umana nella prospettiva di un’ecologia integrale.
7. Custodire e coltivare la nostra casa comune, proteggendola dallo sfruttamento delle sue risorse, adottando stili di vita più sobri e puntando al completo utilizzo di energie rinnovabili e rispettose dell’ambiente umano e naturale secondo i principi di sussidiarietà e solidarietà e dell’economia circolare.

Al messaggio del Romano Pontefice hanno fatto seguito i commenti degli ospiti.

Nel primo intervento, il card. Giuseppe Versaldi, dopo aver sottolineato l’inquadramento storico-culturale, afferma che, per cambiare il modello di sviluppo è necessario partire «dal cambiamento del pensiero, del modo di concepire il mondo». E, poiché «è difficile cambiare la mentalità delle vecchie generazioni, bisogna iniziare con le nuove», armonizzando lo sforzo di tutti e indirizzandolo al vero bene dell’umanità. Fondamentale la realizzazione di relazioni fraterne, poiché «l’educazione è questione di amore. Ma – prosegue – se è vero che l’amore è alla base dell’educazione, è anche vero che se non si impara in famiglia l’amore, difficilmente si impara fuori di essa». Dunque la famiglia come prima agenzia educativa. È alla base del cambiamento culturale.

Il secondo intervento dell’Arcivescovo Zani si sofferma sul 2° obiettivo proposto nel messaggio, ponendo l’attenzione sull’ordine delle parole usate dal Pontefice, «occorre trasmettere valori e conoscenze, prima i valori e poi le conoscenze», ed evidenzia due elementi di novità rispetto a tutto il pensiero del Papa sull’argomento: l’attenzione al contesto storico attuale caratterizzato dal fenomeno della pandemia che ha portato a questa “catastrofe educativa”; e il richiamo all’enciclica “Fratelli tutti”, la quale può essere considerata come una «mappa dei concetti e dei valori ai quali ispirarsi nei progetti successivi».

La prof.ssa Silvia Cataldi, focalizza la sua riflessione sulla figura degli educatori, intesi sia come docenti che come genitori, esortando al ritorno del significato vero di “cultura”, la cui etimologia, dal latino “coltivare”, rimanda alle varie azioni ad essa connesse e ricollegabili al ruolo dell’educatore: «il dare tempo e spazio – piuttosto che dare risposte – per nutrire. Il prendersi cura, amare. Poiché l’amore ha una dimensione pratica, che porta a trasformare il mondo». Una trasformazione che deve porre l’attenzione sull’aspetto della diversità e delle disuguaglianze, basandosi su una nuova forma di solidarietà. Il Patto, infatti, parla della fraternità e fa un atto significativo, mettersi dalla parte degli ultimi.

Il prof. Franco Anelli, ha colto l’invito del Papa trasponendolo in due dimensioni costitutive del ruolo delle università: tendere alla completezza della formazione della persona a cui si rivolgono; tendere all’universalità della proposta educativa. Poiché le società hanno bisogno di una cultura diffusa cioè un approccio alla condizione e al ruolo che la persona ha nella società.

È intervenuta all’evento anche la Direttrice generale dell’UNESCO Audrey Azoulay, attraverso un video-messaggio in cui, in linea con quanto esposto dal Papa, afferma che oggi più che mai c’è una crisi educativa senza precedenti. Assicura che L’UNESCO continuerà a portare avanti il suo costante impegno nel mettere al centro dell’educazione globale, l’essere umano come pilastro della società, nel rispetto dell’umanità e della natura.

Inoltre, essendo proprio i giovani, i primi destinatari di questo progetto educativo, non potevano mancare anche le loro voci. I commenti sopra esposti, sono stati, infatti, intervallanti dall’intervento di alcuni studenti provenienti da varie parti del mondo (Giappone, Algeria, Congo), i quali, avendo accolto il messaggio del Pontefice, hanno evidenziato alcuni punti fondamentali con i quali poter realizzare l’armonia e la fratellanza, tanto care al Santo Padre. Tra questi, la necessità di ascolto, di trasparenza; la capacità di lavorare su sé stessi, coinvolgendo mente, cuore e azioni concrete; la capacità di mettersi al servizio degli altri; l’attenzione ai più deboli.

Tuttavia, «questo Patto Educativo – aggiunge Alberto Lo Presti, docente alla LUMSA – non è solo un’esortazione a fare di più e meglio, ma fare rete: scambiarsi informazioni, coordinarsi per cercare risorse, marciare verso medesimi obiettivi».

Ed è proprio su questa rete che fa leva il lavoro di organizzazione del Patto, iniziato dal 12 settembre 2019. Attività che porta avanti progetti concreti tramite quattro piste di lavoro, associate ognuna ad un’università «che – come spiega Mons. Zani – fa da capofila ad una rete di università che approfondiranno questo lavoro di ricerca, proposta e condivisione». Le aree di lavoro sono:
– Dignità umana e diritti, cui fa capo l’università Notre Dame degli USA;
– Pace e cittadinanza, associata alla Pontificia Università Lateranense;
– Ecologia integrale, associata all’Università Javeriana di Bogotà;
– Fraternità e sviluppo, associata all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

A spiegare i vari progetti formativi sono intervenuti: il Rettore della Lateranense, Vincenzo Buonomo; il Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Franco Anelli e, in via telematica, la Prof.ssa Diane Desierto, per l’Università Notre Dame; e P. Jorge Humberto Peláez Piedrahita, Rettore dell’Università Javeriana.

Un’affermazione che può racchiudere quanto esposto e allo stesso tempo aprire a questa nuova prospettiva cui auspica Papa Francesco, si può riscontrare nella citazione che riporta nel suo video-messaggio Josè Maria Del Corral, Presidente della fondazione Pontificia Scholas Occurrentes. Citando lo stesso Pontefice, ci ricorda che: «non ci sarà futuro se non consideriamo i nostri giovani un presente».

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Alessia Guarrera

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