Praedicate Evangelium: un modello applicabile a livello delle Chiese particolari

Giammarresi

Nuovo libro del prof. Giammarresi che ci aiuta a comprendere meglio la nuova Costituzione Apostolica

La Costituzione Apostolica sulla Curia romana e il suo servizio alla Chiesa e al mondo “Praedicate Evangelium” è stata una novità a lungo attesa, che ha racchiuso e sistematizzato al suo interno riforme già precedentemente attuate. La nuova Costituzione, entrata in vigore il 5 giugno 2022, è andata a sostituire la precedente “Pastor Bonus” di papa Giovanni Paolo II, promulgata nel 1989. Con la Praedicate Evangelium papa Francesco ha infuso un carattere più missionario all’interno della struttura della Curia, affinché il suo maggior riguardo e servizio siano rivolti alle chiese particolari e all’evangelizzazione. La nuova Costituzione Apostolica segna dunque l’apice di un lungo percorso di riorganizzazione, aggiustamenti e accorpamenti effettuati. L’accorpamento più eclatante è stato quello che ha riguardato la fusione tra il Dicastero per l’Evangelizzazione e il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Un’altra innovazione fondamentale riguarda la sempre maggiore centralità del Dicastero per il Servizio della Carità, anche chiamato Elemosineria Apostolica, e il ruolo peculiare che esso ricopre all’interno della Curia.

La nuova pubblicazione del prof. Giammarresi

Osservati i punti più rilevanti delle riforme attuate all’interno della Curia, passiamo ora all’opera del professore Francesco Giammarresi (Pontificia Università Lateranense): La Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium”. Struttura, contenuti e novità, Lateran University Press, Roma 2o22. Al suo interno sono stati raccolti gli Atti della Giornata di Studio sulla Costituzione Apostolica, organizzata dall’Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense, il 17 maggio 2022 di cui Vox aveva dato notizia QUI.

Nell’analisi della Costituzione si è partiti dalla base, prendendo ad esame le prime parole del documento e inquadrando così il fine della Costituzione e il suo compito primario: ricordarci l’origine e il fine della Chiesa. “Praedicate Evangelium è il compito che il Signore Gesù ha affidato ai suoi discepoli. Questo mandato costituisce il primo servizio che la Chiesa può rendere a ciascun uomo e all’intera umanità nel mondo odierno. A questo essa è stata chiamata: per annunciare il Vangelo del Figlio di Dio, Cristo Signore, e suscitare con esso in tutte le genti l’ascolto della fede”. Già in queste prime righe del Preambolo si può vedere come si sia cercato di enfatizzare il carattere missionario della Chiesa e dunque anche della Curia Romana.

I principi generali contenuti nel Preambolo appena citato sono una parte fondamentale del documento. Il Preambolo ci ricorda che ogni cristiano è missionario e soprattutto che tutti i fedeli, sia i laici che le laiche, possono ricoprire ruoli di governo all’interno della Curia. Nel secondo capitolo del documento, ovvero quello dedicato ai Principi e criteri per il servizio della Curia Romana, si enfatizza il fatto che la Curia sia uno strumento al servizio del Vescovo di Roma anche ai fini dell’utilità della Chiesa universale e dunque delle chiese locali. A tal proposito viene stabilito che: “La Curia Romana è in primo luogo uno strumento di servizio per il successore di Pietro per aiutarlo nella sua missione di perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli, ad utilità anche dei Vescovi, delle chiese particolari, delle Conferenze episcopali e delle loro Unioni regionali e continentali, delle Strutture gerarchiche orientali e di altre istituzioni e comunità nella Chiesa.”

Professore, Lei è stato uno dei primi a redarre un testo che dia delle linee guida sulla nuova Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium”, cosa può dirci di più in merito? Ci descriva un po’ il suo lavoro.

Si tratta, invero, di un testo che raccoglie gli interventi di Illustri Prelati, Capi Dicastero e Docenti alla Giornata di Studio sulla Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, tenutasi il 17 maggio 2022 e organizzata dall’Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense, da sempre impegnata attraverso la formazione e la ricerca scientifica, nel coltivare e promuovere la missione evangelizzatrice della Chiesa nel mondo. Il volume pubblicato ha senz’altro il privilegio di costituire un’analisi tempestiva sulla riforma della Curia Romana, operata da Papa Francesco, appena poche settimane prima dalla sua entrata in vigore.

Un’opera che certamente aiuterà non poco gli addetti ai lavori, Lei che ha potuto sviscerare questa riforma, tanto attesa quanto sperata, quali risvolti pensa che avrà nella vita della Chiesa, anche se magari non li vedremo nell’immediato?

Anzitutto bisogna dire che la riforma, come ha sottolineato Papa Francesco, non è fine a sé stessa, ma è piuttosto un processo di crescita e di conversione. In tal senso, credo fermamente che questa riforma non abbia voluto soltanto ridisegnare la Curia Romana: ritengo, infatti, che la Praedicate Evangelium debba intendersi come un modello applicabile a livello delle Chiese particolari. Potrà sembrare fuori luogo, ma a nessuno sfuggirà che, tanto il ‘Preambolo’ della Costituzione Apostolica, come pure i ‘Principi e Criteri’ che in essa vengono anteposti alle norme in senso stretto, costituiscono – oserei dire – “la Carta Costituzionale per il buon governo nella Chiesa”.

Praedicate Evangelium, infatti, non si limita a descrive la rinnovata Curia Romana, quale ‘strumento di servizio’ alla missione del Papa nella Chiesa Universale, ma credo riveli altresì il “modello di servizio” che il Santo Padre auspica per qualsiasi Curia, diocesana o anche religiosa. Non dimentichiamo, infatti, il background di Papa Francesco come gesuita ed il fatto che, nel giorno della Sua elezione al ministero petrino, Egli si presentò come il «Vescovo della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità a tutte le Chiese».

Una nuova Costituzione per restare a “passo con i tempi”, quali i cambiamenti sostanziali?

Direi, ancor prima, una Costituzione che dimostra la capacità di saper leggere e ascoltare i “segni dei tempi”; una riforma che realizza un concreto adattamento alle necessità della Chiesa Universale, di modo che ciascun Dicastero sia in grado di fornire risposte adeguate alle situazioni del nostro tempo, come già auspicava il Concilio Vaticano II.

Quanto agli elementi di novità, rimando ai testi degli eminenti Studiosi che hanno partecipato al Convegno e che sono ora pubblicati nel volume. Tuttavia, non posso che rilevare un aspetto importantissimo che viene fuori dalla riforma, ovvero che la Curia è una Comunità di servizio, non certamente di comando. Bisogna tenere ben presente questa dimensione nella Chiesa tutta, a cominciare dal basso: nelle Comunità parrocchiali, in tutte le loro varie articolazioni (gruppi, movimenti, aggregazioni), come pure nelle Diocesi, laddove talvolta quanti collaborano col Parroco o con il Vescovo – chierici o laici – in ragione di un determinato munus, costruiscono intorno a sé “centri di potere”, mostrando un atteggiamento funzionalista e autoreferenziale, dimenticando piuttosto che il vero potere è il servizio.

Sono tre, a mio avviso, i punti chiave intorno ai quali poter sintetizzare i molteplici aspetti di novità introdotti dalla Costituzione Apostolica:

  • Conversione. Qualunque riforma implica una conversione, così come ogni conversione esige un cambiamento della persona e delle persone, cioè sia un cambiamento interiore del singolo sia un “ricambio generazionale”, tenuto conto che anche l’alternanza delle persone è indispensabile. Perché sia realmente efficace, tuttavia, il cambiamento dovrà essere, al tempo stesso, conversione individuale e strutturale, sradicando quelle logiche incancrenite che affliggono pesantemente le strutture ecclesiastiche (curiali, giudiziali, parrocchiali, etc…) quali, ad esempio, “abbiamo sempre fatto così”, “ci penso io”, “questo l’ha sempre fatto Tizio” e via dicendo.
  • Corresponsabilità. Una corresponsabilità che si nutra sinceramente – e non soltanto con slogan altisonanti e panegirici – di sussidiarietà e sinodalità dal basso, affinché tutti i membri del popolo di Dio, ciascuno secondo le proprie attitudini, siano messi nelle condizioni di dedicarsi al servizio della missione evangelizzatrice nella Chiesa. La corresponsabilità, inoltre, va intesa pure nel senso di realizzare un’opportuna e adeguata “distribuzione delle responsabilità” nei diversi uffici o incarichi di governo: accade spesso, infatti, che una stessa persona venga chiamata a fare troppe cose (e male!), come se altri non fossero in grado di attendere a quei servizi, dando così un’immagine di Chiesa “elitaria” che mette seriamente a rischio la comunione tra le persone.
  • Competenza. Qui entra in gioco il ruolo delle Istituzioni accademiche, in modo particolare quelle ecclesiastiche, perché venga garantito un adeguato livello di formazione a tutti coloro che si accingono a svolgere un servizio nella Chiesa. In tal senso, i Pastori devono investire molto nella preparazione di chierici, consacrati e laici, assicurandosi di garantire il loro profilo professionale e pastorale mediante un’adeguata formazione accademica che tenga conto dei compiti ai quali essi sono chiamati. La competenza, com’è ovvio, non si esaurisce con la prima formazione, ma richiede continuo aggiornamento, oltre che esperienza pastorale, per evitare che, una volta destinati ad un determinato ufficio e trascorso ormai del tempo, non ci si riveli più all’altezza del compito affidato. Infine, bisogna anche individuare e promuovere quella “competenza sommersa e non valorizzata”, fuggendo piuttosto dalla tentazione di costruire buche dove affossare i talenti scomodi, per il solo fatto che possano “brillare” più di altri.

In ultimo, ringraziandoLa per il suo lavoro, Le chiediamo di lasciare un messaggio ai giovani canonisti.

Vorrei lasciarvi con le parole che San Paolo rivolge alla comunità cristiana di Colossi (3, 16-17): «Siate saggi e aiutatevi gli uni gli altri a diventarlo. Cantate a Dio salmi, inni e canti spirituali, volentieri e con riconoscenza. Tutto quello che fate, parole e azioni, tutto sia fatto nel nome di Gesù, nostro Signore; e per mezzo di lui ringraziate Dio, nostro Padre». E così sia.

Fonti:

  1. https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2022-03/papa-francesco-promulga-costituzione-praedicate-evangelium-curia.html
  2. F. GIAMMARRESI, La costituzione apostolica Praedicate Evangelium. Struttura contenuti e novità, Lateran University Press, Roma 2o22.

 

“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit”

(San Giovanni Paolo II)

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiara Gaspari

Chiara Gaspari

Lascia un commento

Iscriviti alla Newsletter