Apertura del 93° Anno Giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano

Apertura
Foto: Fonte @Vatican Media

Inaugurato il 93° anno giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano

Il Santo Padre Francesco ha inaugurato il 93° Anno Giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, presso l’aula delle Benedizioni, all’apertura era presente il Card. Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, e il Presidente della Corte di Cassazione Giovanni Mammone. Il Papa, nel suo intervento che ci offre tantissimi spunti di riflessione, ha parlato sulla veridicità delle sentenze e sull’assoluto bisogno di avere “equità” nei processi.

L’importanza della ricorrenza è stata ricordata dal Pontefice, pur mantenendo viva l’attenzione sul conflitto ucraino: “in un momento così critico per l’umanità, in cui l’idea del bene comune – che è molto più della somma dei beni individuali – è messa alla prova, si tratta di un impegno gravoso e carico di responsabilità. Esso infatti riguarda i valori fondamentali per la nostra convivenza e si realizza in un ambito che rappresenta un terreno privilegiato di convergenza e collaborazione fra credenti e non credenti”.

Uno dei valori cardine della giustizia, la sinodalità, camminare insieme

“Nelle vicende giudiziarie ciò significa che tutti i partecipanti al processo, pur nella necessaria diversità dei ruoli e degli interessi, sono chiamati a concorrere all’accertamento della verità tramite il contraddittorio, il confronto degli argomenti e l’accurato esame delle prove. Questo camminare insieme richiede quindi un esercizio di ascolto, che, come sappiamo, appartiene alla natura stessa di un giusto processo. Nell’attività giudiziale è richiesto ai magistrati un esercizio costante di ascolto onesto di quanto viene argomentato e dimostrato dalle parti, senza pregiudizi o precomprensioni nei loro confronti”. 

Un altro tema toccato dal Romano Pontefice, come anticipato sopra, è l’equità che viene sapientemente definita come la giustizia del caso singolo. “Essa, pur restando fermo il precetto legislativo, nel momento di applicazione della legge generale induce a tener conto delle esigenze del caso concreto, di particolari situazioni di fatto meritevoli di specifica considerazione.

Il ricorso all’equità non costituisce una prerogativa esclusiva del diritto canonico, ma indubbiamente trova in esso particolare riconoscimento e valorizzazione, ponendosi in stretta relazione con il precetto della carità evangelica, vero principio ispiratore di tutto l’agire della Chiesa”.

Due importanti sottolineature

Molto importanti sono state due sottolineature che il Santo Padre ha fatto. La prima, il diritto canonico come prima fonte normativa e primo criterio di riferimento interpretativo delle Norme Vaticane. La seconda, la speciale ed unica connessione a proposito delle fonti principali tra le leggi vaticane e le leggi e gli altri atti normativi emanati dallo Stato italiano, che in via suppletiva e previo recepimento da parte dell’autorità vaticana fungono, di fatto, come leggi proprie dello Stato della Città del Vaticano. A patto che non siano contrari né ai principi del diritto proprio nei principi generali del diritto canonico nonché alle norme dei Patti Lateranensi e successivi accordi.

La riforma del diritto penale vaticano

Un altro punto sul quale il Romano Pontefice ha posto la propria attenzione riguarda le ultime modifiche al diritto penale Vaticano, di cui abbiamo trattato largamente QUI e QUI del quale egli stesso ha rimarcato l’uguaglianza tra tutti i membri della Chiesa e la loro pari dignità e posizione, pur con responsabilità e uffici differenti.

Molto interessanti le parole a conclusione dell’intervento dove il Papa Francesco ha annunciato ulteriori aggiornamenti della normativa Vaticana soprattutto nell’ambito della procedura penale e nella cooperazione internazionale che a detta del Santo Padre sono già allo studio al fine di rafforzare gli strumenti di prevenzione e contrasto dei reati e di rispondere alla crescente domanda di giustizia che si registra anche nella Città del Vaticano.

 

“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”

(S. Giovanni Paolo II)

 

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Giovanni Pingitore

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