Nella magnifica cornice della Sala dei Cento Giorni del Palazzo della Cancelleria, a Roma, si è tenuto dall’8 all’11 settembre il LV Congresso dell’Associazione Canonistica Italiana. Già in occasione del Congresso tenuto a Pompei lo scorso settembre, infatti, l’Assemblea aveva espresso il desiderio di celebrare il Congresso di quest’anno a Roma, considerata la felice circostanza del Giubileo Ordinario che nello scorso mese di dicembre si è aperto solennemente. Il tema del Congresso è stato “Giustizia e misericordia nei processi della Chiesa. Questioni aperte sui processi giudiziali e amministrativi”.
L’ASCAI, note storiche
L’Associazione canonistica italiana è nata negli anni successivi al concilio Vaticano II, in concomitanza con l’annunciata revisione del Codex iuris canonici piano-benedettino. Nel corso dei lavori di un congresso canonistico-pastorale promosso dalla fondazione Monitor Ecclesiasticus, editrice di un’antica testata canonistica, nel settembre del 1969 a Napoli fu costituita l’Associazione canonistica (ASCA), il cui statuto fu approvato con decreto del cardinale Corrado Ursi, arcivescovo di Napoli. Il fatto fu rilevante perché anticipava un protagonismo dei fedeli, che sarebbe stato codificato successivamente nel nuovo Codex, e perché assegnava all’Associazione canonistica delle finalità promozionali che sarebbero ridondate a tutto vantaggio della scienza canonistica, come il tempo avrebbe provato.
Promulgato il Codex iuris canonici da Giovanni Paolo II nel 1983, fu modificata la denominazione in Associazione canonistica italiana (ASCAI) e fu aggiornato lo statuto nel settembre 1984, presentato alla Conferenza Episcopale Italiana per l’approvazione, in conformità alla nuova legislazione sulle associazioni. Con decreto del cardinale Ugo Poletti, presidente della CEI, lo statuto fu approvato il 18 giugno 1987 e l’Associazione ebbe il conseguente riconoscimento di associazione privata di fedeli, ai sensi dei cann. 321-326.
Finalità
Le finalità associative fin dall’inizio si sono attestate su due versanti: quello speculativo, teso a promuovere lo studio del diritto canonico e a coltivare la ricerca scientifica, e quello pratico, mirato a sostenere l’attività di coloro che operano per l’attuazione del diritto nella vita della Chiesa. Queste due finalità motivano l’articolazione dell’aggregazione in quattro settori: docenti di diritto nelle università e istituti superiori ecclesiastici, nei seminari maggiori e negli istituti superiori di scienze religiose, o cultori di diritto canonico e scienze affini; docenti o cultori di diritto canonico e scienze affini nelle università civili; operatori del diritto nei tribunali ecclesiastici; operatori del diritto nell’amministrazione attiva della Chiesa (curia romana, curie diocesane e istituti di vita consacrata).
Con questa scelta i fondatori intendevano creare un collegamento stretto tra il profilo teorico-dottrinale e quello pratico-operativo; intuizione provvida e felice perché, da un lato, si proponeva di superare e di prevenire per il futuro una pericolosa dicotomia tra l’essere del diritto e il suo dover essere e, dall’altro, intendeva suscitare e favorire l’auspicato scambio tra cultori e operatori del diritto per una vicendevole collaborazione e per un costruttivo arricchimento dei soggetti a tutto vantaggio della scienza giuridica e delle istituzioni canoniche.
Specifiche sul LV Congresso
La tematica del congresso come indicato all’inizio è stata rivolta ad un grande binomio che da sempre investe l’Ordinamento canonico: Giustizia e Misericordia, particolarmente nei processi della Chiesa e proprio su questo si sono focalizzate le numerose conferenze e interventi che hanno riempito le intense giornate del Congresso. Dalla prolusione, tenuta da S.E.R. Mons. Andrea Ripa, Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, sino alle singole relazioni tenute da esperti canonisti e giuristi del foro civile. Particolarmente espressivi di comunione due momenti, la Messa inaugurale del Congresso, presieduta da S.E.R. Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI e concelebrata dai Reverendi Sacerdoti membri e soprattutto dall’Udienza partecipata con il Santo Padre Leone XIV nella giornata di mercoledì 10 settembre.
Il Congresso di quest’anno ha avuto un ruolo di particolare importanza, oltre che per l’essersi svolto a Roma con il Giubileo Ordinario, avendo incontrato il Sommo Pontefice, anche per la votazione e il rinnovo delle cariche del Consiglio dell’Associazione, avendo il precedente concluso, con questo congresso, il proprio mandato triennale. Risultano dunque membri del Consiglio direttivo: E. Napolitano, L. Sabbarese, D. Gargano, V. Talluto, E. Signorile, R. Pragliola, L. Musso E. Colombo e I. Zuanazzi.
In seno al Consiglio è stato eletto come nuovo presidente dell’ASCAI Mons. Erasmo Napolitato e vice presidenti l’Avv. D. Gargano e p. L. Sabbarese, il quale come ricordiamo ha ricevuto proprio quest’anno il Premio Vox Canonica 2025.
Colloquio con il neo Presidente, Mons. Erasmo Napolitano
Abbiamo avuto occasione di confrontarci, per primi, con il neo eletto Presidente dell’ASCAI e abbiamo voluto porgli tre interrogativi, ai quali Mons. Napolitano ha risposto con professionalità e cordialità.
Cosa significa presiedere oggi l’Associazione Canonistica Italiana, quali sfide e quali orizzonti ci sono da affrontare?
In che modo il canonista, oggi, può offrire un concreto e reale servizio alla Chiesa, nell’ottica della carità evangelica?
Tema del convegno era Giustizia e Misericordia nei processi. Come si coniuga questo binomio affinché non resti una parola, ma si incarni nella quotidianità delle situazioni?
misericordia.
“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”
(S. Giovanni Paolo II)
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