Il momento della consegna del Premio alla prof.ssa Geraldina Boni
Lo scorso 4 aprile, nella splendida cornice della Sala delle Conferenze del Dipartimento di Economia e Diritto dell’Università di Macerata si è svolta la IV edizione del Premio Vox Canonica, assegnato alla prof.ssa Geraldina Boni, Ordinaria di Diritto Canonico ed Ecclesiastico dell’Alma Mater Studiorum di Bologna.
A fare gli onori di casa la prof.ssa Elena Cedrola, direttrice del Dipartimento di Economia e Diritto, e il prof. Stefano Pollastrelli, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, i quali hanno ricordato l’importanza di riavvicinare l’accademia al mondo dei giovani, così da ricostituire quell’alleanza generazionale che ha assicurato il progresso e il benessere sociale.
Il prof. Paolo Picozza, emerito di Diritto Ecclesiastico, ha presieduto l’incontro e ha tracciato le priorità della scienza canonistica ed ecclesiasticistica nella contemporaneità: saper cogliere le sollecitazioni e le inquietudini provenienti dalla società attuale; rafforzare l’elemento spirituale della fede cristiana; purificare la memoria da nostalgie storicamente infondate; accettare le sfide del pluralismo religioso e imparare a perseguire una sana e critica laicità.
Nel corso dell’introduzione, il prof. Giuseppe Rivetti si è soffermato sul crescente interesse per l’indagine del fattore religioso, in grado di offrire un campo di conoscenze trasversale e plurale e di sviluppare quelle competenze che sono essenziali per il giurista contemporaneo.
Gli interventi del fondatore del periodico, Rosario Vitale, e di un membro del comitato di redazione, Andrea Miccichè, hanno avuto per obiettivo la presentazione della storia e delle iniziative di Vox Canonica.
In particolare, il primo ha evidenziato come nel campo giornalistico fosse assente una testata che si dedicasse alla divulgazione del diritto canonico, materia troppo spesso sentita distante e riservata a una ristretta cerchia di addetti ai lavori, soprattutto chierici e religiosi. Da questa constatazione e dalla voglia di mettersi in gioco nasce un progetto condiviso con alcuni colleghi di atenei pontifici e statali. Il cuore dell’attività è la diffusione di “pillole” di diritto canonico, relazionate con l’attualità sempre in divenire della vita della Chiesa; a ciò si aggiungono l’organizzazione di eventi per la promozione della cultura canonistica e l’offerta di supporto a quanti vogliano soddisfare la propria curiosità circa la normativa ecclesiastica.
Il secondo, invece, ha presentato i simboli scelti dalla redazione di Vox Canonica per identificare la propria attività, ossia il logo, tratto dagli emblemi di Alciato; la frase giovanneo-paolina in calce ad ogni contributo (Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit) e la figura di San Raimondo da Peñafort quale patrono e modello di un seria e costruttiva collaborazione tra Legislatore e dottrina.
La consegna del Premio e la lectio magistralis
Dopo questi momenti introduttivi, la cerimonia è entrata nel vivo con la lettura della laudatio, in cui sono state sintetizzate le motivazioni che hanno portato alla scelta di premiare la prof.ssa Boni. Tra le molteplici qualità che connotano la brillante carriera, hanno avuto risalto il suo impegno per promuovere un rinnovamento della cultura giuridica occidentale nel segno di una riscoperta degli orizzonti spirituali del diritto; il contributo appassionato e professionale a favore della Sede Apostolica; la serietà e l’acume nel condurre ricerche a tutto tondo nel panorama della giustizia.
Alla consegna del bassorilievo in terracotta con l’effigie di San Raimondo da Peñafort ha fatto seguito la lectio magistralis della premiata, esempio cristallino di rigore metodologico, di attenzione alle dinamiche che animano la società italiana e di propositività nel trovare soluzioni alle questioni centrali del dibattito legislativo, giurisprudenziale e dottrinale.
La prof.ssa Boni ha preso le mosse dal ricordo dei quarant’anni dalla conclusione dell’Accordo di Villa Madama di modificazione del Concordato lateranense con la Chiesa cattolica e dalla stipulazione della prima intesa con la Tavola Valdese.
Il quadro delle fonti del diritto ecclesiastico italiano ha rappresentato il filo rosso della lezione, in un costante raffronto tra le tappe politiche del dialogo tra lo Stato e le confessioni religiose, e con un riferimento al paradigma concordatario, nel quale confluiscono armonicamente l’ordinamento statale e quello della Chiesa cattolica.
La professoressa ha ripercorso l’attuazione del principio di bilateralità, segnalando le criticità emergenti e i problemi aperti, e proponendo alcune opzioni per superare l’impasse legata all’inerzia del legislatore, alle incomprensioni confessionali, alle incursioni creative giurisprudenziali, dal tono non sempre rispettoso degli accordi con la Santa Sede, così da garantire l’eguale libertà religiosa sancita dall’art. 8 Cost.
Il momento ha avuto la propria chiusura con il dibattito, animato dal presidente della sessione, nel quale hanno trovato posto considerazioni sulla distinzione tra ordine della Chiesa e ordine dello Stato, sulle garanzie dello stato di diritto, sulle forme di manifestazione del pluralismo religioso, sull’importanza che la cultura canonistica ha avuto e continua ad avere nella società europea.
“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”
(S. Giovanni Paolo II)
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