Una raccolta di saggi di mons. Giuseppe Sciacca mette in evidenza i nodi e i problemi aperti nel Diritto Canonico
Eravamo sotto l’ombrellone questa estate, quando è stato dato alla stampa il nuovo testo di mons. Giuseppe Sciacca, già Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e attualmente Presidente dell’Ufficio del lavoro della Sede Apostolica. Il testo edito dalla casa editrice “il Mulino”, si intitola: “Nodi di una giustizia, problemi aperti del diritto canonico“, a firmare la prefazione è mons. Walter Kasper, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, mentre la postfazione è firmata dal prof. Alessandro Pajno, Presidente emerito del Consiglio di Stato e attualmente docente di diritto amministrativo presso l’Università “La Sapienza” di Roma.
Il testo
Il testo, 304 pag., è per lo più una raccolta di saggi che l’autore presenta ai lettori come questioni non ancora definitive o non del tutto esplorate nel campo della canonistica in generale, ciò che risalta agli occhi di un attento lettore, è come l’autore in tutto il testo – che pur analizza realtà e situazioni diverse fra loro – mantiene un fil rouge, mi sembra, nell’adagio: “Chiesa della legge e Chiesa dell’amore, e nell’equilibrio tra misericordia e diritto”. Nella prefazione, degna di nota, il Card. Kasper lo spiega abilmente: “Il contrasto con la chiesa della legge non è quindi la chiesa dell’amore, ma la chiesa dell’ingiustizia, che in alcuni dei suoi rappresentanti fa l’ingiustizia o approva l’ingiustizia, chiude gli occhi di fronte all’ingiustizia commessa, copre l’ingiustizia fatta invece di prendere misure correttive”[1].
Colpiscono molte delle riflessioni dell’autore, ma per opportunità vi rimanderò solo ad alcune. La trattazione sul principio della aequitas canonica, porta il lettore a riscoprire questo peculiare principio che appartiene in maniera esclusiva e sostanziale all’ordinamento canonico, fino a scorgervi i suoi lati più caratteristici, così Pio Fedele sull’argomento: “l’aequitas canonica, racchiude in sé un concetto canonistico originale, senza alcun riscontro nel diritto romano o in un altro ordinamento giuridico secolare”[2].
“Sulla scia del Vaticano II, l’aequitas canonica, ha trovato un posto di rilievo nel canone conclusivo 1752 CIC, e nel rinnovato diritto penale canonico, al can. 1311 § 2 è esplicitamente menzionata. Sulla base di quanto detto, non deve essere inteso come un ammorbidimento della legge e, certamente, non come una licenza per l’arbitrarietà. Le soluzioni pastorali dei singoli casi, giustamente intese, non devono ignorare la legge. Al contrario, devono dimostrare di essere la migliore realizzazione e la vera giustizia attraverso una coscienziosa considerazione e un discernimento di tutti i punti di vista nell’ottica dell’epicheia” [3].
Un altro argomento di cui tratta mons. Sciacca è la poco esplorata questione della dimissione del vescovo dallo stato clericale, analizzando alcuni casi, recenti o meno, ci si chiede se in questo come altri ambiti non vi sia una lacuna legis, che potrebbe essere supplita come previsto dal can. 19. Riportando una citazione del Card. Velasio De Paolis, appare chiaro che: “nella normativa e nella prassi non è presa in considerazione la possibilità di una dispensa per un chierico che sia costituito nell’ordine episcopale”[4]. Analizzando per cui i precedenti, se ne conviene che risultano essere troppo pochi per poterne stabilire una prassi, e comunque fa notare Sciacca che si tratterebbe di una “exceptio quae firmat normam“, in definitiva chiosa l’autore sull’argomento: “non già con la pretesa di aver risolto un problema, ma con l’intenzione di evidenziarne l’esistenza e il desiderio di approfonditi contributi da parte di altri”[5].
Ancora degna di nota è la trattazione circa i Tribunali apostolici e non, e i due recenti Motu Proprio ad experimentum; Vos estis lux mundi e Come una madre amorevole.
Conclusioni
Il testo di mons. Sciacca è teso a stimolare la ricerca e il confronto verso temi poco dibattuti o verso i quali ancora oggi persiste una lacuna legis. L’autore da vero esperto, affronta i temi e ne tratteggia le linee direttrici per chi in un prossimo futuro vorrà approfondire detti temi, pur tuttavia senza lesinare un personale – e aggiungo – decisivo contributo verso ogni tema affrontato nel suo chirografo. Apprezzabili le molteplici note che arricchiscono il contenuto con soventi rimandi al diritto romano e al diritto vaticano. Lo consiglio a tutti gli studiosi e gli appassionati di diritto canonico che vogliono rifuggire le solite trattazioni e approcciarsi a un testo efficace e di facile comprensione verso temi, che per la loro complessità, meriterebbero ancora maggiore approfondimento.
Note
[1] W. Kasper, Prefazione al libro di mons. Sciacca: “Nodi di una giustizia”, il Mulino, Bologna 2022, p. 14.
[2] P. Fedele, Lo spirito del diritto canonico, Padova, Cedam 1962, p. 245.
[3] W. Kasper, È sempre la salvezza delle anime ≪la legge suprema≫ della Chiesa, in Avvenire, 15 luglio 2022, p. 15.
[4] V. De Paolis, Perdita dello stato clericale s.v. in Nuovo Dizionario di diritto canonico, a cura di C. Corral Salvador, V. De Paolis e G. Ghirlanda, Milano, San Paolo 1993, p. 786.
[5] G. Sciacca, Nodi di una giustizia, cit. p. 72.
“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit”
(San Giovanni Paolo II)
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